Diritti nello Spazio: oltre 600 in piazza per gli spazi sociali

Un sabato mattina di musica e colore tra le strade di Pisa.

Forse non era quello che alcuni si aspettavano, ma la manifestazione organizzata dal neo Municipio dei Beni Comuni è sicuramente andata “Diritt(a) nello Spazio”. Oltre 600 persone, fra attivisti, simpatizzanti e curiosi si sono date appuntamento alle 9,30 in Piazza Manin per dar voce a una socialità vivace e coesa. Alla domanda “perché ti trovi qui oggi?”, sono in tanti a voler rispondere:

Ma non è una festa quella organizzata da Rebeldìa e dalle realtà associative politiche e sociali che da 1 anno, 7 mesi e 16 giorni continuano a vivere senza spazi stabili e adeguati per le tante iniziative di sostegno sociale; è una denuncia politica urgente, portata avanti con l’arma pacifica del sorriso. E allora largo ai giocolieri, a nastri colorati e alla musica, in questa prima common street contro la cementificazione, la speculazione e la mancata riassegnazione di spazi esistenti ma lasciati al degrado. A parlare è uno degli organizzatori che ci racconta il senso di questa giornata e le attuali condizioni urbane dedicate al sociale:

Al loro fianco, si schierano anche i movimenti politici studenteschi, come Sinistra Per, dimostrando interesse per esigenze territoriali e sociali, non solo fra le mura delle aule scolastiche.

Si è parlato anche di militarizzazione inutile ed eccessiva: oltre 150 gli agenti in tenuta anti-sommossa schierati nei punti nevralgici della manifestazione, «a difesa di spazi abbandonati chiusi ai cittadini che vorrebbero solo riutilizzarli».

«Vogliamo solo dire che esiste un’altra Pisa» dichiara uno dei quattro a cui è stato concesso di entrare, «abbiamo dichiarato in questi giorni che ci saremmo riappropriati di questi stabili e così sarà, verrà il tempo».dichiarano in coro i partecipanti. Nessuno scontro, nessuna tensione in questo tour nel cuore della città per lasciare un segno – fosse anche uno striscione – sulle tante strutture simbolo. A cominciare dall’Ex Etruria – ora Polo F di Ingegneria – occupato simbolicamente dal Progetto Rebeldìa nel 2004 e restituito poi come luogo per aule studio. Seconda tappa al complesso del Santa Chiara, prossimo allo smantellamento e dal destino incerto. In Via Andrea Pisano, dal balcone dei Magazzini Comunali abbandonati, adesso figura la scritta “Spazio dunque sono”.

Prima di sciogliersi, il corteo ha raggiunto infine la sede dell’ex Colorificio Toscano, ora di proprietà della multinazionale J.Colors, anche questo chiuso. I manifestanti hanno avanzato portando il loro libro Rebelpainting in mano, simbolo di una resistenza muta e tenace che proseguirà domenica pomeriggio alle Logge dei Banchi, per la presentazione pubblica del volume.

Francesca Giannaccini

Redazione News

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