[VIDEO] Orsorosso racconta – The Tallest Man On Earth LIVE

Orsorosso racconta vi accoglie con una trasferta che abbandona l’Appennino e viaggia verso i piedi delle Alpi.

L’appuntamento per la partenza per Torino al benzinaio di via Pietrasantina. Mi piazzo al volante della station wagon della mia compagna di viaggio, mentre il mattino pisano è nero e la pioggia è fastidiosa, i pullman dei turisti suonano i clacson e noi scappiamo verso nord.  La completa assenza di ausilio tecnologico, tom tom, i-phone, tablet o macchinette del caffè porta la squadra ad aver trascritto la strada per filo e per segno su un quaderno. Mentre nella borsa si nasconde timida una vecchia signora, di quelle timide che ne sa più di tutti, ma che non vuole disturbare, vuole uscire solo se ce n’è bisogno. La piantina di Torino. Quella di carta.

Arrivati alla conclusione che il camogli non è più quello di una volta e che le sfumature di grigio presto toccheranno tutta la scala di colori, arriviamo a Torino. L’affidabile tragitto da noi trascritto ci porta verso un lungopo assolato, da stradoni in mezzo ai parchi fino ai murazzi silenziosi. Ci avvaliamo dell’ausilio della vecchia signora di carta solo a un paio di svolte dalla via da raggiungere. Via Cigna, dove ha sede lo Spazio 211.

Lì ci aspetta il concerto di Kristian Matsson, aka The Tallest Man On Earth.

Per dovere di cronaca occorre ricordare chi ha aperto il concerto. Dan Haywood’s New Hawks: voce e chitarra, circondate da un violino e un mandolino. Da notare il cantante esuberante che chiede agli spettatori in prima fila che giorno fosse. In realtà l’energia è notevole, tre inglesi che in Scozia e in Nord Europa devono esserci andati spesso, le melodie celtiche delle canzoni lo rendono evidente. Sette pezzi uno dietro l’altro, prima del piccolo grande uomo in canottiera.

The Tallest Man On Earth entra scrutando il pubblico, come per cercare la fine della folla che lo circonda. Non perde tempo nell’imbracciare la semiacustica appoggiata alla sedia e partire con To Just Go Away. Le quattro ore di macchina fatte presto e il conseguente arrivo preventivo ha fatto in modo tale che io e la mia compagna di viaggio fossimo in prima fila.

E allora godersi 1904 a mezzo metro di distanza è una bella carezza malinconica che ti porta indietro nel tempo. Imbraccia una delle due o tre acustiche che durante il concerto gli passano da dietro le quinte, ringrazia il pubblico e parte.

C’è poco da fare. Quando si ascolta The Tallest Man On Earth mentre viaggi su un treno o cammini per strada la leggerezza delle sue parole avvolte dai suoni delle sue canzoni ti porta lontano. Quando ce l’hai davanti che si muove come un folletto indiavolato e col suo fingerpicking fa battere le mani a tempo all’intero Spazio 211 ti abbandoni alla sua bellissima voce.

Nothing’s more revealing than the dancer and the doubt
Waving to forget what’s never gone
Always there, never rise

Wind and walls.

Me lo immagino mentre suona i suoi pezzi imbracciando un banjo e la mia compagna di viaggio mi conferma che a Ravenna, lo scorso anno, usò anche banjo ed ukulele. In questo caso ci accontentiamo delle sue tre o quattro chitarre che si alternano di continuo, oltre al piano che suona per chiudere il concerto con The Dreamer.

Ad ogni modo, ecco qui l’intera setlist del Live.

To Just Grow Away
Love Is All
1904
I Won’t Be Found
The Gardener
Criminals
There’s No Leaving Now
Burden of Tomorrow
Leading Me Now
Wind and Walls
Like the Wheel
Where Do My Bluebird Fly
King of Spain
Revelation Blues
Encore:
The Wild Hunt
Graceland (Paul Simon cover)
The Dreamer (Piano version)

Ed eccoci qui, infine. Il folletto in canottiera saluta tutti gentilmente, inchinadosi prima di andar via. Girandoci ci accorgiamo che il locale è davvero strapieno e ci dicono che son rimaste fuori centinaia di persone. Il pensiero inevitabile è che un’artista come The Tallest Man On Earth rimepirebbe uno spazio di Pisa facilmente, divertendo anche chi non lo conosce, qualunque sia l’ambiente in cui si esibisce. Ma questa è un’altra storia.

La tentazione di tirare dritti fino a Roma alla Chiesa Evangelica Metodista, dove The Tallest Man On Earth continuava il suo tour, è forte. Le altre date sono l’11 al Teatro Almagià di Ravenna e il 12 presso il foyer del Teatro Grande di Brescia.

Invece torniamo a casa, passando dalla nebbia che in Piemonte ha già ripreso il suo posto mentre l’uomo più alto, come amiamo chiamarlo, è ancora nelle nostre orecchie.

 

 

 

[ Si ringrazia per la collaborazione la Direttrice di Edizione dell’Orsorosso Production, Alice Giuntoli]

 

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