Jocelyn Pulsar

Il lavoro serale all’interno di un capannone colmo di wurstel e crauti mi ha, come potrete facilmente immaginare, sottratto tempo prezioso, ma la Rubrica deve continuare.
Per questo, seduto davanti al pc alle 2 e 30 di notte, a fianco di un piatto di peperoni ripieni, mi accingo a scrivere un nuovo articolo, dopo aver visto la nascita di un nuovo bellissimo meme sulla mia acerrima nemica, la Regina Elisabetta, che tramite l’MI5 ha cercato di sabotare la Rubrica, inviandomi appunto i suddetti peperoni ripieni.

 

Dopo questa incredibile svarionata, frutto di brezel e birra, passiamo finalmente a parlare con chi, fra sport e domande filosofiche importanti (“Cosa Fischietta L’Artista Vero?”, una perla del suo repertorio), racconta tutto ciò che gli passa per la testa.

 

Jocelyn Pulsar” nasce nel 2001 come gruppo, rilasciando il primo album nel 2003, per poi diventare il progetto solista del chitarrista Francesco Pizzinelli, che dopo vari album e numerose collaborazioni esce nel 2012 con “Aiuole Spartitraffico Coltivate A Grano“.

L’Intervista:

  • Ciao Francesco, ad aprile di quest’anno è uscito il tuo nuovo album, “Aiuole Spartitraffico Coltivate A Grano”, nel quale riesci a muoverti molto bene, fra diversi stili ed argomenti.
    Quali sono gli artisti a cui ti sei ispirato per questo ultimo lavoro o ai quali ti ispiri di solito?
    “Gli artisti a cui mi ispiro maggiormente sono Francesco De Gregori e Ivan Graziani in generale, Babalot e Artemoltobuffa per quanto riguarda la cosiddetta scena indipendente e i Pavement per l’ approccio lo-fi, anche se poi in questo ultimo disco di bassa fedeltà ce n’è davvero poca, è più una mentalità direi…”

 

  • Nel 2006 hai rilasciato il tuo primo disco da solista, dopo la prima esperienza come band, che aveva dato alla luce nel 2003 ”La Mia Velocità”. Quali sono i momenti ti hanno segnato di più durante questo periodo e quali i sacrifici più grandi che hai dovuto fare per la tua musica?

“Credo che proprio la scoperta di un gruppo come i Pavement mi abbia aperto la mente rispetto alla possibilità di fare da solo le mie cose anche senza grandi mezzi per registrare. A causa della mia timidezza, andare a suonare da solo, in acustico, le prime volte, è stata una sfida perchè provenivo da esperienze precedenti in cui ero prevalentemente il chitarrista e quindi la band riusciva a schermare il pubblico. Anche fare tanti chilometri per portare le mie cose il più in giro possibile è stata dura, ma è una cosa che consiglio a tutte le giovani band.

 

 

 

  • Passando all’argomento “Sale giochi e Cabinati”, videogioco preferito??
    “Il mio videogioco preferito è Double Dragon, seguito da Shinobi… i calcistici meritano una menzione a parte, amavo particolarmente Tehkan e Mexico 86.”

 

  • Inevitabilmente, naturalmente… A metà delle interviste questa rubrica sclera ed iniziano così le domande bellissime.
    Stamani ho chiesto a mia madre se avesse visto il foglio con su scritto “Domande per Jocelyn”.
    Lei mi ha candidamente risposto: “Ma quello che faceva Il Milionario su Rai Due??”
    Dimmi, cosa dovrei risponderle?
    “Tua mamma ha perfettamente ragione!”

 

  • Siamo giunti al momento dei saluti, ti ringraziamo e ti lasciamo con la domanda di rito: Quale disco sceglieresti per sopravvivere alla calura estiva? 

Se riuscite a trovarlo direi il 33 giri di Faccia da Pirla di Charlie… c’era uno specchio in copertina, così almeno potete provare ad usarlo per abbronzarvi.

 

La Rubrica del randagio tornerà dopo il BargaJazz Festival,  a presto!

Nicola Gaddi

Redazione Musicale

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