Un titolo più che mai calzante direi, per descrivere non il datato film di Willie Smith, bensì l’intera stagione NBA ma soprattutto la conference a sinistra del fiume Mississipi.
La Western conference in questa post-season presenta un grandissimo equilibrio tra le sue squadre, perché tra le otto qualificate ben sette hanno possibilità di andare fino in fondo, solo gli Utah Jazz, già bravissimi a raggiungere la qualificazione, non rappresentano una particolare minaccia.
Partiamo dalla cima, gli eterni San Antonio Spurs, la squadra di Tim Duncan e Greg Popovich, insieme dal 1999 e da lì in poi la squadra più vincente degli anni 2000; in questa stagione ci sono stati diversi cambiamenti nel roster, alcuni incomprensibili all’inizio, come il sacrificio di George Hill per puntare sul semi-sconosciuto rookie Kawhi Leonard, l’enorme quantità di minuti concessa a Danny Green, precario NBA fino alla stagione precedente e la mancanza di alternative allo stagionato Duncan. Benissimo, tutto risolto. Green e Leonard hanno portato una dimensione atletica sui due lati del campo agli Spurs che l’anno scorso non avevano (vedi serie con Memphis) e si sono guadagnati a suon di buone prestazioni l’impiego fisso nello starting five; per quanto riguarda Duncan beh, tutt’altro che un giocatore finito, grande stagione dal punto di vista dei numeri e in più un grande aiuto nel processo di crescita del suo sostituto Thiago Splitter, che ha scalzato Blair nelle gerarchie interne. L’unica preoccupazione che potrebbero avere gli Spurs è quella di avere nella mente la serie con i Grizzlies della scorsa stagione, che li ha scioccati non poco, ma da questo punto di vista credo che i Jazz possano aiutare.
Al secondo posto sono arrivati gli Oklahoma City Thunder, che hanno dominato per tutta la stagione, facendosi scavalcare in volata dagli Spurs. La squadra di Kevin Durant, probabile MVP della lega, ha mostrato una grande forza nella prima parte di stagione e varie lacune nella parte finale, una su tutte la gestione dei possessi cosiddetti “caldi” da parte di Westbrook, non propriamente un cervello scaccofilo, le quali decisioni nei playoff potrebbero costare care ai Thunder. Al nucleo già collaudato dell’anno scorso è stato aggiunto il “venerabile maestro” Derek Fisher, il pluri-titolato play ex Lakers è stato ingaggiato proprio per i problemi di cui sopra, non si escludono tra l’altro finali di partita con entrambi in campo, con RW da guardia. Anche per i Thunder discorso analogo, il limite che possono avere è rappresentato da loro stessi, al primo turno avranno i Mavericks campioni in carica, ma ben lungi dal potersi ripetere, anche se contro Nowitzki non scommetterei.
Al terzo posto ci sono i chiacchieratissimi Los Angeles Lakers di Kobe Bryant, loro possono essere la variabile impazzita di questi playoff. Potrebbero perdere al primo turno coi Nuggets come fare fuori i Thunder in semifinale, tutto dipenderà dalla vena del “Mamba nero” e da quale versione di Bynum e Gasol vedremo. I due lunghi losangelini sono croce e delizia della squadra, alternano prestazioni di dominio fisico e tecnico assoluto a prestazioni a dir poco soft e irritanti. Sulla loro strada al primo turno ci sono i Denver Nuggets del nostro Danilo Gallinari, altra squadra che non fa della regolarità la sua virtù, e pertanto non rappresenta una concreta minaccia.
Al quarto e quinto posto ci sono i Memphis Grizzlies e i Los Angeles Clippers, si proprio loro la parte “sfigata” di L.A., che da quest’estate con gli acquisti di Chris Paul in primis, ma anche di Caron Butler, Chauncey Billups e Kenyon Martin si è presentata come seria contendente al titolo della Western. L’unica cosa che non mi convince dei Clippers è l’allenatore, Vinny del Negro è tutt’altro che un allenatore vincente e ciò ai playoff potrebbe rappresentare un ostacolo. Tornando ai Grizzlies invece, la squadra del Tennessee portebbe aver acquisito quella maturità in più che mancava l’anno scorso. Il roster è cambiato poco, al posto di Shane Battier sono arrivati Gilbert Arenas e Marrese Speights esperienza, talento e fisicità che la stagione scorsa scarseggiavano. Ma la grande novità di questi playoff è che ci sarà Rudy Gay, stella dei Grizzlies assente lo scorso anno. Si preannuncia un grande duello.
In questo pazzo pazzo west chi avrà la meglio?
Godetevi lo spettacolo
Andrea Iacopini
Redazione Sportiva