Un altro incontro interessante per il ciclo dei caffè invernali La Versiliana al Teatro di Pietrasanta, questa volta tutto dedicato all’arte. In concomitanza con il ventesimo anniversario del FAI, Fondo Ambientale Italiano, la voce autorevole richiamata è stata quella di Philippe Daverio critico, scrittore, divulgatore della storia dell’arte ben noto nella nostra penisola e non solo.
Percorrendo i corridoi della cultura elasticamente ed abilmente come solo i veri esperti sanno fare, Daverio è passato dal presentare sotto una nuova luce alcuni quadri già analizzati nel suo nuovo libro Il museo immaginato come I coniugi Arnolfini o La Primavera di Botticelli a criticare la faciloneria superficiale del turista medio interessato più a varcare a grandi falcate musei come il Louvre e gli Uffizi che ad ammirarne realmente i contenuti, dal proporre un modo più aperto “di intendere il museo”, con l’abbonamento per gustarlo giorno dopo giorno e solo così realmente comprenderlo, allo sconsigliare vivamente di credere a chi, come Dan Brown, possa in maniera molto fantasiosa descrivere Parigi “profumata di mughetto” e voglia poi farsi seguire in interpretazioni storiche dell’Ultima cena.
La breve intervista a noi concessa è stata un’occasione ulteriore per uscire dalla noia del libro di storia dell’arte come tutti noi lo conosciamo e varcare i corriodi affollati di un museo immaginato consapevoli che “nella nostra vita, sia molto più presente un Aristotele che una qualsiasi velina”.
Chiara Piotto
Redazione News