On the road Interview – Paolo Benvegnù @ EX WIDE

Questo report sarà partigiano. Partigiano come i report di un ascoltatore accanito di Paolo Benvegnù, che vede il medesimo esibirsi nella propria città.
La quadratura del cerchio si era già compiuta il giorno in cui il club Ex Wide ha invitato RadioEco a sostenere la serata in cui avrebbe suonato uno dei maestri indiscussi della canzone d’autore italiana. Sono stato, quindi, insieme ai miei colleghi, tra gli spettatori più coinvolti nella serata.

Arriviamo assai presto alla Wide, in tempo per assistere al sound check, e scoprire in anticipo alcune chicche della serata. Placchiamo così Benvegnù da subito, come dei giornalisti del Fatto Quotidiano in trasferta al Tribunale di Milano. Paolo si ricorda di noi… per via dell’intervista a Poppi, nel Casentino, mentre ci trovavamo su una panchina nel campo di calcio della “Dinamo Poppi” (si chiamerà così?).
Paolo pazientemente risponde alle nostre domande poco serie, e assolutamente tendenziose, rivelandoci simpatie inaspettate verso i “mostri” (profani) della musica italiana.

 

Dopo l’intervista tentiamo di portare Paolo a bere un chinotto alcolico in Vettovaglie, ma purtroppo declina perchè deve ritornare con i suoi musicisti in albergo. Quindi la nostra squadra si divide, e andiamo tutti a bere un bicchiere d’acqua “da portare via” in diverse pizzerie d’asporto.

 

Passa un’oretta, e siamo di nuovo alla Wide, prepariamo la strumentazione per il dj-set che chiuderà il concerto. Il locale inizia a riempirsi, e arriviamo a una popolazione media di circa 200 o più persone.
Poco dopo le dieci e mezza sale sul palco Liana Marino, cantautrice di origine molisana, e recentemente vincitrice del contest regionale T-Rumors. Proprio in occasione del contest Benvegnù ha curato la produzione musicale di due pezzi che sono stati incisi per l’antologia che ogni anno T-Rumors pubblica a fine concorso, mettendo gli artisti (dei generi musicali più svariati) in contatto con i “grandi” del settore.

 

 

La ragazza ha un bel tocco di fingerpicking e declina molto bene una timbrica limpida, quasi d’altri tempi. La sensazione di retroproiezione al passato è incentivata da alcune venature di canzone popolare che appaiono in filigrana, soprattutto in “Canto al mare”. I testi hanno una freschezza mediterranea, esemplare è il pezzo intitolato “Viaggio”. L’unico appunto che faccio è sulla presenza di background vocals del secondo chitarrista che accompagna Liana: diciamo che potrebbero anche essere omesse, senza impoverire il tessuto sonoro.
Il pubblico forse non è proprio quello consuetudinario della Wide, e infatti fanno più caos del solito durante l’opening act. Al prossimo giro verremo armati di scarpe a punta per dare calci negli stinchi agli astanti più loquaci.

Conclusa l’apertura di Liana Marino, entra Guglielmo Ridolfo Gagliano, violoncellista e ottimo polistrumentista, seguito immediatamente da Paolo Benvegnù, che imbraccia la sua Takamine acustica, opportunamente elettrificata. Parte il violoncello per primo, a scandire il tappeto sonoro su cui la voce di Paolo scolpira “La Schiena”. Incipit magistrale, che si estende nell’esecuzione di “Quando passa lei”.

Conclusi questi due pezzi, inizia un viaggio nel surrealismo più puro. Un Benvegnù, quasi nelle vesti di un premier tecnico, propone tre vie politiche… Soluzione A: “il concerto finisce tanto le due canzoni più belle le abbiamo appena fatte e andiamo tutti a casa”. Soluzione B: “facciamo due ore di idiozie sparando cazzate e mettendoci in mezzo qualche canzone tragica”. Soluzione C: “solo canzoni in Mi minore”. Il pubblico deve votare per alzata di mano, e dopo una tipica empasse istituzionale tipica del background politico italiano, sembra prevalere la soluzione C. Ma Benvegnù, ormai entrato bene nelle parti del premier tecnico, fa vincere la B sostenendo che la maggioranza delle canzoni tragiche che farà sono in Mi minore. Come al solito il governo fa sempre quel che vuole, e non ci sono referendum che tengano, neanche all’Ex Wide.

Così per due ore prende vita l’ “Odontoevskij tour”. Che è la storia del gatto superdotato “Ofto Siffredi” che cerca la pietra filosofale. In mezzo a questi episodi dadaisti/non-sense che strappano grosse risate, le canzoni rappresentano ora le dichiarazioni di Sara Tommasi, ora le esternazioni di Iva Zanicchi. Tanto per dare qualche ulteriore indicazioni sull’Odontoevskij tour, vi dico che il gatto a cinque zampe viaggia su una slitta trainata da coppie di Mastella, che le domande che escono dal racconto sono: “Ma lady gaga è uno zaino?” oppure “Ma Morandi è Ligabue da vecchio o Ligabue è Morandi da giovane?”. Il delirio prende una via estetizzante che ci fa piegare dalle risate.

Parte dunque la scaletta dedicata a “Hermann”: “Love is talking”, “Moses”, “Io ho visto”, “Avanzate Ascoltate” e “Andromeda Maria”. Arriva poi un’inattesa cover di “Questo folle sentimento che” (successo della Formula 3 firmato Mogol/Battisti).
Arriva il secondo capitolo delle avventure del gattosuperdotato che incontra Giovanardi, il quale vuole sedurre Iva Zanicchi. Inizia così quel capolavoro di “Cerchi nell’acqua”, seguito da “Achab in New York”, “Il sentimento delle cose” e poi “E’ solo un sogno”.

Benvegnù si dà senza tregua, suda copiosamente, porta la voce ai suoi picchi migliori. Nonostante sia mezzo stremato, il cazzeggio ha il sopravvento: il gatto Siffredi intanto indaga su alcuni misteri (con tanto di sigla di Twin Peaks e citazioni su Lara Palmer) incontrando il mago zurlì, il mago Otelma e i Subsonica (esilarante il balletto in cui Paolo imita Boosta). Il momento demenzialità è interrotto da un’inaspettata ‘Good Morning Mr. Monroe!’

Benvegnù è uno dei grandi poeti della musica italiana, e lo rimarca con ‘Simmetrie’, vecchio cavallo di battaglia degli Scisma. Pochi tra il pubblico cantano a memoria questa canzone, e io faccio il figo perchè la so dalla prima all’ultima riga. Arriva “Il nemico” e l’intermezzo finale con la soluzione della storia: la presa in giro dei dei Litfiba e del loro “amore per il pelo”. Il siparietto tra Benvegnù e Gagliano quindi si apre ad un’imitazione di Pelù con “Pro-Pro-Proibito”. Risate a valanga.

Dopo una prima uscita, con applausi a rompersi le falangi, i nostri ritornano sul palco. Il repertorio dei compianti Scisma si allarga con “Troppo poco intelligente”, la meravigliosa “Rosemary Plexiglass”, “L’innocenza”. Ascolto per la prima volta queste perle degli Scisma dal vivo, con la voce di Benvegnù. E quasi mi chiedo perchè non farne uno spettacolo a parte, anche senza la voce della Mazo.
Benvegnù ci offre anche la notturna “Nel silenzio”. E con “una grazia irreale” finisce così l’esibizione di Benvegnù, senza neanche un “Mare verticale”. Ma sono passate quasi due ore di live, e chi è stato presente potrà confermare quando i “due Paolo Benvegnù” si siano dati senza risparmiarsi.

Le canzoni di Benvegnù arricchiscono la storia degli “uomini”, i protagonisti che trovano spazio delle sue stanze liriche. Neanche gli intermezzi demenziali riescono a smorzare la carica esplosiva che hanno tutte le poesie di Benvegnù, dai tempi degli Scisma sino alle profezie di “Hermann”. La resa in duo non è per niente inferiore alle esibizioni con il gruppo, anzi gli arrangiamenti hanno la capacità straordinaria di bruciarti dentro, a parecchie ore di distanza. Come cantarebbe Paolo: “io non so perché, e tutto così vero, che descrivere è impossibile, bisogna immaginare…”

Intervista e report di Giuseppe F. Pagano

Montaggio Audio/Video Francesco Cito

 

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