Durante il pomeriggio del 15 marzo, la suggestiva sala storica della Biblioteca Universitaria di via Curtatone Montanara (Giurisprudenza) è stata protagonista di un’interessante evento-conferenza dal titolo “Le biblioteche che vorremmo”.
Molte sono le persone che hanno partecipato alla suddetta iniziativa organizzata dall‘AIB, Associazione Italiana Biblioteche, Sezione Toscana, di cui la redazione del programma di informazione culturale di Radioeco, UnipiNews, condotto da Edoardo Sutter, Ilaria Balloni e Viola Davini, si è fatta media-partner. L’evento ha coinvolto, tra gli altri, il sistema bibliotecario dell’Università di Pisa, la biblioteca universitaria di Pisa e la biblioteca della Scuola Normale.
Tra i partecipanti intervenuti hanno preso la parola la Dr.ssa Alessandra Pesante, la Dr.ssa Sandra Di Mayo, mentre al giornalista de “La Nazione” Diego Casali è stato affidato il ruolo di mediatore, per così dire esterno, al dibattito. Ai tre presentatori radiofonici, invece, è stato attribuito l’importante compito di illustrate i risultati del questionario denominato “La biblioteca che vorrei” da loro formulato e precedentemente realizzato. L’iniziativa dell‘AIB nasce, infatti, ispirandosi all’idea dei tre ragazzi di far circolare sulle principali piattaforme multimediali (Facebook, Twitter e anche sulla home page di Radioeco), un questionario costituito da dieci semplici domande riguardanti il modo in cui gli studenti vorrebbero che i luoghi di studio solitamente da loro frequentati potessero adeguarsi alle proprie prospettive. L’indagine sulle biblioteche della città è scaturita principalmente dall’esigenza di dar voce alle problematiche, ma anche ai suggerimenti e alle proposte degli studenti.
Interessanti e di varia natura sono i dati emersi dalle 155 risposte pervenute. Tra i principali problemi riscontrati, quello più sentito riguarda sicuramente la divisone degli spazi. Quest’ultimi sono pochi e presentano, spesso, un problema di collocazione. La biblioteca è vista dagli studenti non solo come un luogo di studio e di concentrazione, ma anche come una sorta di seconda casa in cui deve essere assicurata la tranquilla interazione tra i suoi fruitori. Un altro problema nasce dai limitanti orari di accesso. Gli studenti chiedono orari più flessibili, in cui la chiusura possa essere posticipata a sera inoltrata e dove sia possibile l’accesso anche per il fine settimana. A Pisa, l’Aula Studio Pacinotti e l’Aula Studio di Lettere rimango aperte fino a mezzanotte (inclusi domenica e festivi). Per le biblioteche universitarie, invece, si reclama una chiusura più tarda dal momento in cui solo la Biblioteca di Filosofia e Storia e quella di Matematica Informatica Fisica rimangano aperte fino alle 23 (escluso il sabato).
Tale esigenza è avvertita soprattutto dai moltissimi studenti che si trovano in città come fuori sede. Altre preoccupazioni riguardano le scarse postazioni computer i quali, spesso, risultano inadeguati e mal funzionanti. Tra i desideri raccolti, invece, viene indicata l’interessante possibilità di aprire dei corsi di formazione rivolti alla popolazione meno giovane. In questo modo, i ragazzi pensano sia possibile limitare gli effetti del cosiddetto “Digital Divided”. La biblioteca potrebbe essere così percepita come luogo di incontro privilegiato aperto a tutta la cittadinanza. Durante la giornata, inoltre, non sono mancati importanti riflessioni riguardanti lo stato attuale del sistema bibliotecario. Gli spazi di ricerca risentano rovinosamente dell’attuale crisi economica: “La biblioteca statale è passata da un trascorso glorioso a un futuro senza certezze” ha sottolineato con rammarico la presidentessa dell’AIB Sandra Di Mayo. I finanziamenti sono stati ridotti e il Ministero dei Beni Culturali ne sta chiedendo impropriamente la restituzione. Il futuro non si prospetta roseo e il blocco di nuove assunzioni limita di netto la professionalità degli addetti ai lavori. Il patrimonio bibliotecario è una risorsa artistica molto importante e per poter uscire da questo pantano occorre una rivisitazione del ruolo attuale della biblioteca. Il dibattito, infine, si è concluso con una bella citazione tratta da una delle regole formulate del bibliotecario indiano Ranganathan, la quale recita: “The library is growning organism”.
E tu, hai mai pensato a che biblioteca vorresti ? La riflessione rimane sempre aperta a qualsiasi tipo di confronto !
Rosanna Harper