Il weekend della
scorsa settimana è stata ricco di eventi sportivi di rilievo: Novak Djokovic ha vinto il suo terzo Australian Open (il secondo consecutivo) al termine di una battaglia sportiva dal sapore epico con Rafael Nadal (5 h e 53 min la durata, la finale più lunga mai giocata in uno Slam);
il Setterosa della pallanuoto italiana è tornato sul gradino più alto d’Europa sconfiggendo in serie le campionesse olimpiche dell’Olanda (quarti), quelle europee della Russia (semifinale) e quelle mondiali della Grecia, in una finale praticamente dominata per tutti i 28’.
La serie A invece ha visto continuare la strepitosa marcia della Juventus di Conte, che tra le mura amiche ha sconfitto l’Udinese sotto una fitta nevicata che nessun fastidio ha arrecato al manto e alle tribune dell’unico stadio italiano al passo con i tempi, mentre l’Inter ha visto fermarsi a Lecce la sua remuntada, per merito delle prodezze di un super Benassi e per gli squilibri tattici che puntualmente si ripresentano quando la bramosia di vincere porta la squadra a giocare con troppi uomini oltre la linea della palla.
Squilibri tattici che, insieme a qualche disattenzione di troppo dei singoli del reparto arretrato, sono all’origine anche del pirotecnico pareggio interno dei nerazzurri nel turno infrasettimanale di mercoledì sera con il Palermo, che lascia molto amaro in bocca agli uomini di Ranieri, incapaci di approfittare dello scivolone dei cugini milanisti contro la Lazio e forse costretti loro malgrado a dire addio anzitempo alla lotta scudetto.
L’Udinese, sconfiggendo il Lecce per 2 a 1 al Friuli dimostra ancora una volta di saper assorbire senza alcun contraccolpo psicologico le sconfitte, e si mette alle spalle l’infelice trasferta di Torino riportandosi addirittura a – 2 dal Milan e a -3 dalla Juve capolista solitaria, che però dovrà recuperare la partita con il Parma, non disputata martedì per l’impraticabilità delle tribune del Tardini.
Il Napoli, complice il gol regolare annullato a Pandev allo scadere, è stato fermato sullo 0-0 casalingo da un Cesena bravo a saper soffrire; per gli uomini di Mazzarri, che volevano riscattarsi dalla sconfitta di Genova di domenica scorsa, continua il periodo-no (ultima vittoria l’8 gennaio, a Palermo).
Questa turno infrasettimanale si è concluso ieri sera con Novara-Chievo, che ha segnato il ritorno su una panchina di serie A, dopo sette anni, di Emiliano Mondonico, nuovo tecnico del Novara, che dodici mesi fa aveva vinto la sua partita più grande, sconfiggendo un tumore. Da annotare, riguardo a quest’avvicendamento sulla panchina della formazione piemontese, due gesti che fanno molto bene al calcio: il rispetto e la stima, privi di ipocrisia, che Mondonico ha voluto testimoniare al suo predecessore, Attilio Tesser, uno dei colleghi che più gli erano stati vicini durante la malattia, e il saluto pieno di riconoscenza, affetto e gratitudine che un centinaio di tifosi del Novara hanno voluto tributare all’ex tecnico Tesser, arrivando fin sotto casa sua ad intonare cori in suo onore.
Andrea Salvini
Redazione Sportiva