Mercoledì 18 Gennaio, al minuto 67 del Clasico di Copa del Rey, Messi va a terra dopo un fallo di Carvalho. Il recidivo Pepe passa vicino alla Pulce e calpesta volontariamente la mano del fenomeno argentino, che urla dal dolore, si contorce, ma non reagisce, come sempre. L’arbitro, impegnato a placare le rimostranze di altri giocatori del Madrid, più celeri di Pepe nello scagliarsi immotivatamente contro di lui, non vede e così il difensore portoghese, già squalificato in passato per dieci giornate per aver preso a calci nella testa un avversario, prosegue la sua indecorosa partita.
Domenica scorsa, in un altro big match del calcio europeo, Man City- Tottenham, Mario Balotelli (un altro personaggio “usualmente agitato”), entrato in campo da una ventina di minuti e già ammonito, rifila una scarpata sulla testa di Parker dopo un normale contatto di gioco. L’arbitro con ogni probabilità (ma inspiegabilmente, altrimenti si dovrebbe parlare di malafede) giudica il contatto fortuito e lascia continuare.
Se uno non avesse più voglia di leggere e si fermasse qui, potrebbe concludere che secondo l’opinione di chi scrive personaggi come Pepe e Balotelli fanno male al calcio. Non andrebbe molto lontano dal mio pensiero, anzi. Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico. E questi due sono maestri di perseveranza. Ma c’è qualcuno che sbaglia molto più di loro. Chi li difende, tra il vergognoso ed il grottesco.
José Mourinho, a caldo, ha affermato che se il fallo di Pepe è intenzionale, è certamente censurabile. Se? Come si fa a dire se? Le immagini non lasciano spazio a dubbi o interpretazioni. Pepe calpesta la mano di Messi intenzionalmente, la va a cercare, il primo pestone va a vuoto, così ci riprova una seconda volta et voilà, il “capolavoro intimidatorio” è compiuto. Ma è sabato, durante la conferenza della vigilia di Real-Bilbao che il tecnico lusitano, incalzato dalle domande dei giornalisti, dà il meglio di sé: “Pepe è convocato, nessuno stop, nessuna punizione, lui ha detto che non l’ha fatto apposta e io gli credo”. Mi chiedo, e vi chiedo: ma davvero si può rispondere così in nome dell’appartenenza alla stessa squadra? Forse la mia è utopia, ma che male ci sarebbe a dire: “Pepe ha fatto una cazzata, ha sbagliato, le squalifiche le danno le Federazioni, io non lo punisco e lo convoco perché non posso e non voglio rinunciare al patrimonio tecnico del calciatore. Resta il fatto che però ha sbagliato e molto”. Invece no, si nega l’evidenza sapendo di farlo, insultando, sì insultando, l’intelligenza dei più (non di tutti, qualcuno forse si merita risposte del genere) che ti ascoltano. Non mi dite che è il gioco delle parti. Quando si arriva a questi livelli, è il gioco degli stupidi.
Un altro personaggio che farebbe soltanto ridere, se non avesse l’importanza di cui invece gode nel mondo del calcio, è Mino Raiola, il procuratore più famoso di tutti, colui che nella sua scuderia vanta Ibra e Balotelli. Ieri mattina, chiamato a commentare l’apertura di un procedimento per condotta violenta da parte della Football Association nei confronti del Mario nazionale (poi squalificato per quattro giornate), per i tacchetti piantati da quest’ultimo nella testa di Parker, si è permesso addirittura di minacciare: “Se la Federazione non protegge Balotelli, valuterò l’idea di portarlo via dall’Inghilterra”. A parte che se Balotelli lasciasse i territori d’Oltremanica, la Regina Elisabetta rimarrebbe sul trono e il Tamigi continuerebbe comunque a scorrere, non si capisce perché la Federazione dovrebbe proteggere Balotelli. Per definizione una federazione deve essere imparziale, al di sopra delle parti. E poi l’unico da cui Balotelli deve proteggersi, oltre che da se stesso (visto che da anni si sta facendo male con le sue mani), è proprio Raiola, che a parte fargli guadagnare una montagna di soldi, ha sicuramente avuto un impatto nefasto sul carattere di Balotelli, visto che figure come Balotelli avrebbero bisogno di una guida, e invece, affidandosi al Lucifero moderno, che li difende ad oltranza, oltre ogni logica, non possono che peggiorare.
L’affaire Balotelli è paradigmatico anche nell’evidenziare un altro elemento altamente nocivo per il calcio. Non sono infatti soltanto i comportamenti di taluni giocatori, o le parole fuori luogo dei Mourinho e dei Raiola di turno a rovinare questo sport. C’è anche, e forse soprattutto (purtroppo), il servilismo-patriottismo strisciante di certa stampa che assurge a metro di giudizio. Qualche minuto prima di mettermi a scrivere, Sky Sport 24 ha lanciato un sondaggio per i suoi utenti: “Secondo voi il gesto di Balotelli è volontario o involontario?”. Così come per Pepe, anche per Balotelli le immagini parlano chiaro, il gesto è intenzionale tutta la vita, ma Mario è italiano, come dimenticarlo. Bisogna difenderlo, poco o tanto quello dipende fin dove siamo disposti ad arrivare, ma va difeso, almeno un po’. Ecco allora che prima il lancio del sondaggio va ad insinuare il dubbio che la scarpata sia stata un accidente del fato, poi si cercano di incanalare anche le risposte degli utenti nella direzione voluta: così, mentre sullo schermo viene riproposto il brutto gesto del calciatore del City, una voce femminile in sottofondo commenta: “Il replay sembra far propendere per la volontarietà, ma a velocità normale non pare proprio”. Addirittura pochi istanti prima, un altro “espertissimo” aveva individuato nel fatto che Balotelli vada a sincerarsi delle condizioni di Parker negli attimi immediatamente successivi al gesto, un indizio della sua non colpevolezza. Come se non si fosse mai visto qualcuno che chiede scusa dopo un brutto fallo. A volte mi chiedo se certa gente venga da Marte. Purtroppo no, questi vengono dalla Terra, e se non li smascheriamo, rendendoli ridicoli agli occhi dei molti, continueranno a rovinare la cultura sportiva di quei molti.
Andrea Salvini
Redazione Sportiva