Ennio Morricone al Teatro Verdi di Pisa

Grande e calorosa partecipazione quella degli studenti di Pisa alla “lezione” tenuta dal Maestro Morricone al Teatro Verdi.
Morricone approfitta dell’occasione offerta dalla Scuola Normale, un incontro dal tema “La musica del cinema di fronte alla storia – aspetti e problemi di una attività compositiva del nostro tempo”, per fare qualcosa di più di una semplice dissertazione accademica. Morricone, attraverso un lungo e articolato discorso, fa un bilancio (anche critico) della sua carriera, delle novità che sono state apportate alla composizione contemporanea.

Il Teatro è invaso già un’ora prima dell’inizio del concerto, testimonianza della grande popolarità di cui gode il Maestro presso il grande pubblico. Merito non soltanto di aver sollevato la “musica per film” da una sorta di ruolo di ancella dell’arte maggiore, cioè il cinema, ma di averle dato uno stile inconfondibile, fatto di una ricerca formale che va oltre ciò che generalmente è richiesto dai registi, dai produttori e in generale dal mercato: cioè melodie orecchiabili.

Morricone, in una scenografia scarna costituita da una scrivania, un pianoforte mai utilizzato, un microfono, legge emozionato la sua “lectio magistralis”. Il tutto ruota attorno alla definizione di musica assoluta e musica applicata. Il Maestro non tarda a spiegare la convenzionalità di queste definizioni, definendole insieme una mezza verità e una mezza bugia. E qui fa una bellissima ricognizione di storia sociale dell’arte, raccontando di come gli artisti sino a un passato non troppo lontano siano stati sottoposti a una committenza rigida. Eppure – citando il caso di Bach – alcuni artisti sono riusciti a ritagliarsi uno spazio personale all’interno di opere che servivano a scopi ben precisi.

La musica da film, a regola, appartiene alla categoria della musica applicata, in quanto “musica applicata a un’altra opera principale” – in questo caso la musica al cinema “due arti diverse accomunate dalla temporalità” – mentre la musica assoluta è quella libera da condizionamenti consapevoli.
Il Maestro spiega di aver sempre cercato di scavalcare le recinsioni di questa convenzione formale, e fa ascoltare due composizioni che non rientrano in una sola categoria: la prima è “Vuoto d’anima piena”, composizione del 2008, e la seconda è “Voci dal silenzio”, composta nel 2002 in occasione dell’anniversario della caduta delle Twin Towers di New York City.

 Morricone parla delle rivoluzioni musicali del Novecento, sostenendo che siano stati veramente pochissime le personalità di rottura, e cita il caso di John Cage. Anche artisti come Arnold Schönberg devono molto alla tradizione. Pertanto secondo Morricone i più grandi compositori, spesso, sono figure che più di tutti hanno saputo sintetizzare lo spirito del loro tempo, confrontandosi dialogicamente anche con il passato. In questo caso anche Morricone s’inserisce in questo filone: come Schönberg, autore di una “democratizzazione dei toni” attraverso la dodecafonia ha concesso libertà compositive inedite, così Morricone ha tentato riportare sulla musica tonale quanto di innovativo è stato proposto nel Novecento, in termini di timbriche, dinamiche, pause, sovrapposizioni di temi.

Morricone dunque manifesta quelle che sono state le sue intenzioni nel corso di una pluridecennale attività di composizione, ovvero quella di reagire contro una prassi che alla lunga ha logorato i compositori di musica per film, ovvero di proporre temi orecchiabili, sostenendo una ricerca che si è proposta di tenere insieme esigenze di sperimentazione, tipiche della musica assoluta, e le ovvie esigenze della musica applicata, cioè fornire un adeguato sostegno a delle immagini in sequenza temporale.

Un momento denso d’interesse è stato il confronto del Maestro con il pubblico. Nel corso della conferenza erano state raccolte delle domande da parte degli spettatori. Così Morricone, rispondendo in modo prodigo a domande secche, ha parlato delle sinergie e della fiducia reciproca tra regista e compositore, ha disegnato una panoramica attuale della musica da film, e anche di qualche aspetto della sua vita privata, come per esempio il ruolo della moglie nel compito di selezione dei temi migliori. Nel corso delle risposte, Morricone ha rivelato che è nuovamente a lavoro per un film di Tornatore, “L’ultima offerta”, e parla di questa sua nuova fatica come un momento di svolta. E quando dalle parole di un compositore di 84 anni, che ha scritto le pagine più importanti della musica del Novecento, si sente viva l’incessante ricerca d’innovare, vuol dire che il suo bilancio professionale è solo provvisorio, perchè ha ancora molto altro da dire.

Giuseppe F. Pagano

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