Sara dei vetri
Funambolo Studio, 2011.
I pisani Sara Dei Vetri fanno il loro esordio con un prodotto professionale dal titole Le piccole cose, da sei tracce, che riceve subito il Premio Ciampi 2011.
Un inizio che la dice lunga sulle potenzialità del gruppo formato da Sara Bianchi alla voce, Falco Acquaviva al pianoforte/tastiere, Michele Orsitto alla batteria e Luca Beconcini al basso, prodotto da Andrea Salvadori e registrato al Funambolo Studio di Lari. Il loro intento è fare musica leggera, ma si ostinano fortunatamente nella sperimentazione, cosa che li posizionerebbe molto bene su di un palco sanremese (regalando al palco stesso anche un po’ di splendore).
Dando un primo ascolto al disco il giudizio è molto positivo, soprattutto per quanto riguarda i testi, che si dimostrano sinceri e mai architettati. Gli arrangiamenti sono ben studiati, anche se si nota l’onnipresenza del pianoforte, sebbene possa crescere nell’ascoltatore l’idea che il gruppo si stia un po’ frenando. I brani sono molto orecchiabili e si conficcano subito nella testa. Il disco si apre con la title-track Le piccole cose, che precisa da subito con dissonanze e recitati gli intenti di sperimentazione del gruppo. Segue quindi Solo estate, la più sincera di tutte, con le grida di Sara che rivelano le potenzialità del gruppo che non si risparmia in aggressività. Il testo è malinconico e ricorda quell’attimo immediatamente successivo al tramonto, in cui ancora c’è luce ed il caldo estivo non ha smesso di soffocarti. Non misurare è un altro pezzo molto orecchiabile, anche perché fa ritornare alla memoria, pur vagamente, le melodie di grandi giovani autori della musica leggera italiana. La musica è ben studiata ed in contrapposizione con il testo. Pausa. Perché una cosa sia bella è necessario avere un confronto con qualcosa di altrettanto bello. Questo è proprio il caso di Venere, brano che si rivela essere il più liscio all’ascolto, quello che non lascia amarezza, ma neanche ti convince. Una pausa insomma prima di arrivare ad uno dei brani più belli e di respiro di questo Ep: Niente è difficile. Il brano incarna, insieme a Solo Estate, quella sincerità che dimostra Sara nello scrivere canzoni. The shower’s crayin‘ purtroppo chiude quasi come una ghost track l’Ep, forse perché messa in sottoespressione dal brano precedente. Unico pezzo in inglese, ricorda i bei tempi in cui si sentivano brani orecchiabili di Elisa in radio. Roba da amanti degli anni ’90 (secolo scorso), per capirsi.
Il giudizio finale, come anticipato, è più che positivo. I Sara di Vetri sono un bel gruppo che accresce la qualità della scena pisana e toscana, specie dopo le ultime uscite discografiche un po’ tardo-adolescenziali, e che merita di essere coltivato.
Andrea Spinelli – redazione musicale