Noel Gallagher
High Flying Birds
Sour Mash, 2011
“The Chief” is back!
Dinanzi ad un titolo del genere un vero “Mad fer it” (è così che i fan degli Oasis sono soliti definirsi) capirebbe una sola cosa: Noel Gallagher è di nuovo sulla scena!
A poco più di due anni dalla famosa lite nel camerino parigino del Festival Rock en Seine, che ha portato allo scioglimento degli Oasis, il maggiore dei fratelli Gallagher ha dato il via ufficiale alla sua carriera da solista.
Il 17 ottobre 2011 è infatti uscito Noel Gallagher High Flying Birds prodotto dallo stesso Noel e da Dave Sardy, produttore degli ultimi due album della band di Manchester, Don’t Believe the Truth (2005) e Dig Out Your Soul (2008).
Registrato tra Londra e Los Angeles, l’album contiene dieci tracce, due delle quali già note dai tempi degli Oasis: (I Wanna Live in a Dream in My)Record Machine e Stop The Clocks.
Ascoltando le prime note di The Death of You and Me, primo singolo ad aver preceduto l’uscita dell’album, un orecchio abituato alle tipiche sonorità “Oasisiane” non può che trovarsi dinanzi a qualcosa di completamente nuovo. La veemente pennata alle corde della sua Gibson Es-355 è ora sostituita da un morbido arpeggio d’acustica, il tutto accompagnato da un’intera orchestra sinfonica.
La mancanza di un groove martellante e di una pungente distorsione porta immancabilmente l’ascoltatore a chiedersi cosa sia effettivamente cambiato dai tempi di Morning Glory e Live Forever. Tuttavia, in questo caso, la cosa migliore da fare è non porsi domande e ascoltare: solo così ci si potrà rendere conto del fatto che le notevoli qualità da songwriter di Noel sono tornate a livelli molto alti.
Questa sensazione di “nuovo” è fortemente dettata, a mio avviso, dalla totale libertà con la quale Noel si è apprestato a registrare l’album, quasi dimenticando il suo passato. La sua voce è predominante, gli strumenti quasi un contorno trascurabile.
Il passato però non molla nessuno e ricompare con piacere in If i Had a Gun, la cui progressione negli accordi richiama alla memoria un pezzo – anzi, perdonatemi, IL PEZZO – come Wonderwall. Stop the Clocks, invece, è un brano presente negli archivi già da dieci anni e definito dallo stesso autore come «Una delle migliori canzoni che abbia mai scritto».
Un ritmo più frenetico, determinato da un bel groove di batteria e da una base quasi dance, introduce AKA…What a Life!, secondo singolo dell’album e senza dubbio il pezzo più “ballabile”. Lo stesso Gallagher ha affermato a riguardo: «E’ una canzone che mi riporta indietro ai tempi del “Hacienda”, dove ho praticamente vissuto per tre anni, dal 1988 al 1990. Lo amavo e volevo qualcosa che me lo ricordasse».
Noel Gallagher High Flying Birds è un disco che contiene all’interno sia il “nuovo” Noel sia gli echi di un glorioso passato. Essere stato il songwriter e il musicista di quella che, a detta di molti, è stata la migliore band degli anni 90 non può che aver influenzato in maniera estremamente positiva la sua nuova opera. “The Chief” sembra tornato, a due anni dal suo “arrivederci” al palcoscenico, in una forma smagliante.
Il tour, partito il 23 ottobre dall’Olympia Theatre di Dublino, vedrà sicuramente tra i suoi spettatori sia fan degli Oasis sia fan dei Beady Eye (il gruppo di Liam). I veri “Mad fer it”, nonostante la separazione dei due fratelli, continueranno a vedere in loro una sola cosa!
Francesco Petraroli (il Lato B)