Davvero fa così tanto caldo anche in questo Autunno? Bene! Tutti al mare, scusate, in piazza.
E per chi non può permettersi la piazza perché magari a lezione in un’aula accaldata e sovraffollata rimane solo il rimpianto di dire “io c’ero con la testa” e di essere schernito da qualche compagno. Un compagno, in tutti i sensi.
Ma torniamo alla “nostra” piazza cocente. Quella con tanti studenti incazzati. Che ispira le belle canzoni ita(g)liane. Che provoca le ire di alcuni poliziotti e di taluni politicanti. Se non fosse per loro, se non fosse per loro…
Con un occhio sempre rivolto verso il cielo; a Pisa si sa: “piove, governo ladro!”. Dunque non sembrano lontani gli anni in cui il Granduca di Toscana obbligava il popolo a pesare il sale da tassare solo nei giorni di pioggia. E allora tutti a gridare. Giustamente. O quasi.
Ci viene tolto tutto: la Scuola, l’Università, il welfare.
Ci viene dato tanto: “ieri sera avevo la fila fuori dalla porta della camera… erano in undici…”
Ci viene tagliato qualcosa: “io me ne son fatto solo otto perché non potevo fare di più… non si può arrivare a tutto… “.
Fin qui tutto “normale”. Per chi legge “La Repubblica” qua e “Il Giornale” là. Proviamo ad andare oltre. Perlomeno proviamoci. Da anni e anche in questi giorni, tanti si concentrano nelle strade per urlare “basta ai tagli all’Università Pubblica”. Profetano disastri. Da anni i Rettori minacciano di dare le dimissioni perché si (auto-)ritengono incapaci di reggere di fronte agli abominevoli tagli. Da anni i Rettori dichiarano la volontà di “chiudere” le Università perché le uscite aumentano e le entrate diminuiscono.
Che volponi! Troppe volte con i Rettori paradossalmente molti studenti; è ben risaputo che nel momento del bisogno si deve essere uniti. Parliamo degli stessi Rettori che propongono annualmente aumenti delle tasse per gli studenti e numeri chiusi per gli accessi a qualsiasi Corso di Laurea. Del resto i soldi non hanno colore politico. Ma pensate: nessun Rettore si è dimesso. Nessuna Università, anche quelle con buchi profondi in bilancio, ha chiuso.
Il bello non finisce qui. Nonostante i tagli pesanti, Rappresentati e Rappresentanti si stringono le mani bisbigliandosi all’orecchio “siamo stati bravi a chiudere il bilancio in positivo anche quest’anno”. E capita anche di leggere il comunicato stampa di vittoria: “anche se il Governo ci toglie soldi, noi siamo bravi a rimanere a galla”. Firmato da loro, sempre loro, i Rettori.
Intanto molti studenti si ritrovano senza un docente “vero”.
Oramai un Professore puntuale e preciso, rispettoso dello studente e dei suoi collaboratori, trasparente e convincente non lo si trova più tanto facilmente.
Allora tocca ai Ricercatori fare anche quello che non dovrebbero fare; in questo scenario i Ricercatori, ahimè pochi e validi, vengono strapazzati da tutti: dai giornalisti fino ai politicanti.
Pertanto il Governo, quello ladro, lancia il messaggio di vittoria: “l’Università è sede di sprechi e grazie ai tagli da noi approvati vengono eliminati”.
Siamo al tragicomico.
Dunque accade che l’Università di Pisa, come tante altre, rottami bravi Ricercatori per ragioni strettamente anagrafiche. Un ottimo dato di valutazione, no?
“Come è difficile restare calmi e indifferenti mentre tutti intorno fanno rumore.” E così la piazza chiede più soldi. Tanti soldi. E perché no, anche un’altra Riforma.
Flavio Zappacosta
Redazione News