Polivalenza e professionalità. Questi i due aggettivi che paiono descrivere al meglio la Banca Centrale Italiana, che al momento si trova al centro di un contenzioso non facile: la successione al governatorato.
Se ne parla ormai da quando è giunta la lieta notizia della nomina di Mario Draghi a guida della Banca Centrale: una promozione significativa non solo per la persona, ma anche per l’intera nazione, così vessata dal punto di vista finanziario.
Il dissidio che occupa le prime pagine dei giornali ha come protagonisti “i soliti noti”: da un lato, l’inquilino di Via XX Settembre, fiancheggiato dal Senatur; dall’altro, il Cavaliere. La disputa non è di poco conto e rappresenta gran parte dell’andamento della politica italiana degli ultimi tempi.
Stando all’articolo 19, comma 8 della Legge 262/2005, il Governatore deve essere nominato dal Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio, ma solo dopo una decisione collegiale del Consiglio dei Ministri. E’ evidente, dunque, il peso esercitato da Giulio Tremonti il quale vedrebbe alla guida del più grande istituto bancario del Paese, Vittorio Grilli.
Altra è, invece, la posizione del Premier, che sta puntando su Fabrizio Saccomanni, già fortemente raccomandato dallo stesso Draghi.
Il dubbio forte alla base di questa querelle risiede nella vera natura della discussione e nelle conseguenze che l’una o l’altra opzione potrebbero provocare. I dissidi Tremonti-Berlusconi sono ben noti anche ai meno informati e il potere del Ministro all’interno della compagine governativa è indiscusso. Banca d’Italia, però, rappresenta un punto fermo del sistema Italia e non deve in alcun modo essere messo in discussione. Le sue ben note funzioni, comprendono il concorso alla formazione delle politiche monetarie europee, il controllo sulla circolazione dell’Euro e la sua potenziale contraffazione, la vigilanza condotta sulle Banche e gli intermediari finanziari, solo per citarne alcune. Non è da dimenticare, anche, l’enorme contributo dell’istituto di Palazzo Koch al Ministero dell’Economia e a tutti gli operatori economici in questi anni di crisi.
Il Governatore è una figura chiave che deve, sì collaborare con il Governo, ma esserne anche slegato per evitare eventuali spiacevoli pressioni. Un eccessivo intervento di Tremonti potrebbe in qualche modo condizionare il lavoro della Banca Centrale Italiana?
Ciò che è fuori da ogni dubbio è la necessità di evitare spiacevoli inconvenienti o soluzioni di comodo che garantiscano la “pace politica” all’interno del Partito. La disputa offre sicuramente la possibilità ad un terzo soggetto di poter prendere parte alla corsa per la più alta carica dell’istituto, ma ciò a cui deve ambire la politica è la scelta migliore per la nomina di una guida e di una voce forte in un periodo nero come questo.
Dopotutto, per citare l’articolo 47 della Costituzione, è la Repubblica stessa a coordinare e controllare “l’esercizio del credito”. Compito di Bankitalia, quindi è quello di tutelare le famiglie e il risparmio, l’economia reale. Poiché spesso la politica dimentica la vera natura del suo scopo, risulta essenziale la nomina attuale anche in virtù di questa problematica. Non è il momento per conclusioni affrettate e fatte “alla maniera italiana”. Per una volta è giusto evitare i personalismi, le lotte interne, le antipatie che troppo spesso sono venute ad essere in contrasto con gli interessi della collettività. Si preparano sviluppi interessanti all’orizzonte, ma l’augurio è quello che la nuova guida sia la migliore fra quelle possibili. Non ci resta che rimanere sintonizzati.
Francesca Larosa
Redazione Radioeco.it