Si è discusso anche della Riforma Gelmini il 9 Settembre, durante il convegno annuale Docenti e Ricercatori Italiani in Automatica. I temi principali sono stati la i nuovi Statuti degli atenei e le prove di valutazione delle università, due argomenti che accomunano gli atenei di Pisa e di Firenze.
Riguardo ai nuovi Governi la riflessione si è concentrata su quali effetti ci saranno sulla ricerca e didattica delle Materie Interdisciplinari. La situazione dei rapporti tra gli attori dell’università appare in continuo cambiamento e spesso non è facile districarsi tra le tante direttive che ogni giorno arrivano dal Ministero. Ciò che è certo è il passaggio dall’ attività di ricerca dalla Facoltà ai Dipartimenti, in questo modo i dipartimenti diventano il punto nevralgico delle carriere accademiche. Il rettore dell’Università di Firenze, Alberto Tesi, ha sottolineato come sia importante cercare di mantenere uniformità del personale all’interno delle strutture. I progetti di ricerca partiranno quindi dai Dipartimenti sui quali veranno dirottati i fondi necessari.
Già, i fondi. Non è esattamente questa la parola dell’anno. Secondo Tesi “”Per la prima volta nella storia il Fondo di Finanziamento Ordinario pari a 6 miliardi e 600 milioni di euro per il prossimo anno sarà inferiore al monte stipendi che lo stato deve pagare per i dipendenti universitari che ammonta a 6 miliardi e 800 milioni di euro”.
L’addio (o l’arrivederci?) alle Facoltà comporterà anche cambiamenti della didattica, la Prorettrice alla didattica Nicoletta De Francesco ha sottoilineato che “con la nuova riforma tutti i corsi diventano interdipartimentali”, così a Pisa si è deciso che sarà il Senato Accademico a sovraintendere la programmazione annuale dei corsi di laurea.
Un altro sintagma chiave della riforma, a lungo ripetuto e invocato dal Ministro Gelmini è stato “atenei virtuosi”, che dovranno essere i principali beneficiari dei finanziamenti pubblici. Ma come si fa a determinare chi è meritevole e chi no?
Il decreto per attuare la valutazione delle università è al momento al vaglio della Corte dei conti, che dovrebbe pronunciarsi in un mese. Ad occuparsi del progetto è l’ ANVUR ( Agenzia nazionale di valutazione universitaria), la cui commissione valutativa sarà composta da 450 esperti. Al via libera della Corte dei Conti le università avranno qualche mese per inviare 3 progetti di ricerca per ogni docente. Ci saranno circa 200 mila progetti da esaminare e in base al giudizio che riceveranno si deciderà la distribuzione di fondi del 2013.
Nell’ambizioso piano di valutazione degli atenei sono anche previsti “accreditamenti ” per i corsi di laurea, anche se i criteri di valutazione in questo caso sono ancora di fare di elaborazione.
Grandi cambiamenti all’orizzonte, sarà forse un altro autunno caldo?