Secondo l’Academic Ranking of World Universities (ARWU) elaborato dalla “Jiao Tong” University di Shanghai le migliori Univeristà italiane sono Pisa e Roma “La Sapienza”.Nella classifica mondiale i due atenei sono tra il 102° e il 150°. Complessivamente, sono 22 le istituzioni accademiche italiane che compaiono tra le prime 500 al mondo, comprese la Scuola Normale Superiore (tra il 301° e il 400° posto) e l’Università di Siena (tra il 401° e il 500° posto). Dopo Pisa e Roma seguono Milano e Padova (tra il 151° e il 200° posto), mentre il Politecnico di Milano e le università di Bologna, Firenze e Torino, si trovano tra il 201° e il 300° posto.
L’Università di Pisa, insieme a Padova, si contraddistingue nel campo disciplinare delle Scienze naturali e matematiche, tanto da essere tra le prime 100. Il primato indiscusso Pisa lo ottiene nel settore della matematica, infatti è al primo posto in Italia, 11° in Europa e 50° nel mondo, seguito dalla Scuola Normale Superiore tra 52° e 75°. In quello della fisica è al 3° posto in Italia, insieme alla Scuola Normale e dopo Padova e Roma “La Sapienza”, tra i primi 20 in Europa e tra il 76° e il 100° nel mondo.
Nonostante la difficoltà di riconoscere l’attendibilità di questo genere di classifiche, quella di ARWU di Shanghai viene pubblicata ogni anno dal 2003 ed è tra le più accreditate a livello internazionale, con più di mille università monitorate. I paramentri per misurare la qualità sono molto chiari ed eterogenei. Vengono presi in considerazione le performance sia accademiche che di ricerca, quali il numero di riconoscimenti internazionali ottenuti dallo staff accademico, il numero delle pubblicazioni e delle citazioni, e i risultati conseguiti in relazione alle dimensioni dell’istituzione.
Il rettore Massimo Augello ha accolto con soddisfazione la ricerca ARWU di Shangai, ricordando inoltre che tutte le principali classifiche internazionali confermano Pisa ai vertici fra le università italiane, con punte di eccellenza che vengono riconosciute sia a livello europeo che mondiale. “Stiamo analizzando con attenzione questi risultati e approfondendo i relativi indicatori – ha concluso il rettore – perché vogliamo da un lato mantenere e valorizzare i nostri punti di forza, dall’altro impegnarci a fondo per migliorare nei settori in cui mostriamo delle debolezze”.