ARTICOLO 21

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ARTICOLO 21

 

 

“ Tutti hanno diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Ha così inizio uno degli articoli più belli delle Costituzione Italiana, il ventuno per essere esatti. La bellezza e semplicità di questo articolo risiede nella sua chiarezza e nella sua importanza cardine. La libertà di espressione è il incipit di ogni democrazia e nel “caso” italiano è anche frutto di un processo storico, mi spiego meglio: con l’avvento del cancro del fascismo, invenzione tutta italiana e poi esportata oltre i nostri confini, il nostro paese è passato sotto le forche della censura e della repressione ideologica, condannando i liberi pensatori alla clandestinità e nei peggiori dei casi alla morte. Con la caduta del tiranno e della sua cricca di fedelissimi si è vissuto un qualcosa di unico e grandioso: la rivincita delle ideologie, esse hanno bisogno di voce. Una voce che le diffonda, le faccia conoscere e crescere e proprio qui che arriva, dirompente, la libertà di espressione in tutta la sua forza.

A mio avviso però, la forza vera della libertà di stampa sta nell’informare il prossimo, metterlo a conoscenza dei fatti. Una persona informata non la metti all’angolo, non la decontestualizzi, essa sa e può difendersi da bugie e false verità. Proviamo ad immaginare cosa può voler dire essere privati di tale linfa sociale. Politici che ancora più caparbiamente alimentano l’albero della corruzione, cosche criminali che non hanno più bisogno della coperta dell’anonimato, grandi amministratori che possono agire indisturbati nell’attuare le loro politiche repressive nei confronti dei dipendenti che non possono godere della protezione della collettività informata. Sono tutte cose già viste e vissute, e non in un lontano passato.

La bellezza della libertà di espressione risiede in oltre nella sua facile fruibilità e manifestazione: la nostra piccola grande radio ne è un esempio, dove tutti hanno libertà di esprimere giudizi sui contenuti senza paura e senza censura, dove ciascuno ha la possibilità di parlare e dire la sua. In questo ci aiuta internet, dove l’imparzialità regna sovrana e indiscriminata.

Quando poc’anzi ho descritto la libertà di espressione come una delle fondamenta della democrazia non volevo esprime un concetto trito e ritrito ma un qualcosa di genuino e puro. Tale valore, a me piace definirlo così, permette di poter esprime qualunque giudizio sull’operato di qualcuno. Spesso non ci rendiamo conto di cosa significhi un potere del genere: poter dire a qualcuno “secondo me sbagli” è meraviglioso. Ormai non ce ne rendiamo più conto poichè si tratta di qualcosa assodato ma se ci fermiamo a pensare non si tratta di una cosa così banale. Tutto questo processo rende liberi, è una boccata d’aria che possiamo prendere in qualunque momento, si tratta i qualcosa di nostro e va difeso a tutti i costi.

Ma c’è un aspetto che non si deve dimenticare, e qui chiamo in aiuto Voltaire quando dice “non condivido quello che dici ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo” , sono parole che devono porci di fronte a una riflessione molto importante. In altre parole si vuole dire che ci sarà sempre qualcuno che non condivide le tue idee e i tuoi pensieri ma tuo compito e dovere sociale è impedire che qualcuno non possa più criticare le Tue azioni. E non per buonismo ma per un bene superiore che è la libertà di espressione. Che, come nel caso italiano, spesso è ottenuta con il sangue di patrioti che si sono immolati in difesa anche di chi non condivideva le loro idee ma solo per permettergli di manifestarle liberamente hanno lottato e sono morti.

 

Enrico Giannini

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